È online da giovedì 8 settembre il video ufficiale di “Alaska”, singolo d’esordio del progetto solista di Costì, già bassista e voce degli Street Clerks, uscito il 26 agosto per Maionese Project/Matilde Dischi.
“Alaska” è un brano a primo ascolto leggero e semplice, ma che nasconde un testo molto intenso e a tratti malinconico.
Nel video, l’artista interpreta il mental coach di Tony Montana, che appare in una veste decisamente meno sfacciata e sicura di sè rispetto all’immaginario di “Scarface”. L’allenatore è impegnato nell’aiutarlo a diventare più rilassato e cambiare il suo stile di vita: riuscirà davvero a trasformarlo e tra i due nascerà un legame, rinforzato da un sogno comune, l’Alaska.
Abbiamo raggiunto Costì per farci raccontare qualcosa su questo suo progetto e sul suo percorso.
Sei fondatore e voce degli Street Clerks e ora lanci un tuo singolo da solista. Che differenze ci sono tra questo tuo progetto e quello con la band?
La band è bella perché tutto è condiviso ma ovviamente devi scendere più a compromessi per trovare un equilibrio comune. Da solo sei totalmente libero e questo aumenta la tua consapevolezza e la tua sicurezza, se le cose vanno bene. Musicalmente i due progetti viaggiano su binari diversi, gli Street sono una band rock’n’roll, io sono un cantautore vintage.
Il protagonista di “Alaska” non riesce a ricambiare un amore più profondo. È una storia che hai realmente vissuto?
Sì. È una condizione in cui si possono ritrovare in molti della mia generazione… e non solo.
Le sonorità del brano guardano chiaramente al cantautorato del passato. Il tuo è quindi un gusto più tradizionale rispetto a quello che ci dice l’attualità?
Mi piacciono molto i cantautori come Ivan Graziani, Gianni Togni, Bertè, Nino Buonocore, Raf… Quindi sì, gli ascolti contemporanei che ho mi influenzano più musicalmente che a livello di scrittura.
Con gli Street Clerks hai un’intensa attività televisiva a fianco di Alessandro Cattelan. Com’è nato il vostro rapporto?
Ci ha sentito ad un concerto a Milano e ci ha subito chiamato per imbastire il suo programma che ancora non era nato.
Che ricordi hai dell’esperienza a X-Factor? La rifaresti?
Ormai sono passati 10 anni, è stata un’esperienza, mi ha fatto entrare in un mondo nuovo. Adesso la rifarei solo se potessi esprimermi al 100%.
Grazie all’Ufficio Stampa Arianna Del Ponte