13 luglio 2022: “Tutto Accade a San Siro”. Il suo primo concerto in uno stadio, la seconda italiana di sempre – dopo Laura Pausini – a conquistare il palco più prestigioso della musica pop e rock italiana e internazionale. Uno straordinario risultato raggiunto da Alessandra Amoroso, che festeggerà così i suoi 12 anni di carriera e presenterà dal vivo il nuovo album “Tutto accade” (in uscita in autunno) proprio nel tempio milanese; uno dei più meritati che abbia visto il mercato musicale italiano negli ultimi anni.
Perché è stata Alessandra a portare il talent fuori dalla sola dimensione televisiva e ad abbattere il totale pregiudizio che colpiva in origine gli ex partecipanti. Lei che, uscita da “Amici” nel 2008, ha conosciuto per prima – con “Stupida” – l’alta rotazione dei network radiofonici, e che negli anni è riuscita poi a portare la sua musica anche ai più scettici, facendola diventare un patrimonio ultragenerazionale.
Con i suoi primi successi strizzava infatti l’occhio al target adolescenziale, per poi arrivare agli incontri con cantautori come Tiziano Ferro, Biagio Antonacci, Francesco “Kekko” Silvestre, Federico Zampaglione e Elisa, fino alle virate estive coi Boomdabash alle quali viene comunque affiancato il pop fresco ma non valido per una sola stagione di “Sorriso grande”.
Per lei hanno sempre e solo parlato canzoni e talento. È nata in tv ma è sempre fuggita dal pericolo di diventare anche un personaggio televisivo, dichiarando più volte di accettare ospitate solo quando viene chiamata per presentare un suo progetto. E il risultato è che oggi non c’è persona a cui non sia mai capitato di canticchiare almeno un suo ritornello: l’intelligenza di sapersi costruire un repertorio che abbraccia tutte le età non dando mai la sensazione di arrivismo, di inseguimento esasperato del successo, di volersi imporre a tutti i costi al pubblico.
Questi meriti vengono poi ancora più legittimati dal periodo del suo esordio discografico. Anni in cui a certificare la “grandeur” non erano gli abbonamenti da pochi euro alle piattaforme streaming che ti permettono di ascoltare tutto, ma le persone che si recavano in negozio a comprare il disco di uno specifico artista. Un’enorme differenza tra i due tipi di consumo.
E Alessandra di quei dischi – sei pubblicati finora – ne ha venduti un milione, per un totale di 17 platini. Grazie alle persone che, tra tanti, sceglievano di premiare solo il suo di lavoro. Una scelta, quella dell’acquisto, che veniva sempre ponderata e che dimostrava un legame indissolubile tra fan e cantante.
Ma sono anche le qualità umane ad aver senza dubbio contribuito a questi risultati. Alessandra appare ogni volta come una di casa: genuina, fresca, sempre solare e sorridente. Capace come pochi nello sviluppare empatia con il pubblico, che sia da sopra un palco o da dietro uno schermo, e dolce nel commuoversi di fronte ad ogni grande platea, ha fatto della dedizione e dell’umiltà il suo credo. Mai un eccesso da diva, mai in competizione con le colleghe, mai una dichiarazione fuori posto, mai un incidente social.
Ed è per questo che oggi, a prescindere dai gusti, dovremmo essere tutti contenti per lei: perché, in un’epoca di artisti che si sentono arrivati dopo una sola canzone, Alessandra è una di noi che ce l’ha fatta.