Sanremo 2022, una playlist Spotify e qualche big per ruffianarsi il target di Rai1

Una composizione decisamente furba e ruffiana, che da una parte strizza l’occhio ai giovani e dall’altra vuole recuperare gli spettatori persi l’anno scorso (media peggiore degli ultimi 5 anni): Amadeus costruisce un cast del prossimo Sanremo studiato perfettamente a tavolino, che gli consentirà di essere applaudito sia per le certificazioni ottenute che per i dati Auditel in sicura crescita.

Si orientano proprio in questo senso le scelte di tanti over, forse mai come quest’anno: un Massimo Ranieri pronto a portare melodia e bel canto, un Gianni Morandi che ha sempre saputo rinnovarsi, e una Iva Zanicchi che nel recente show “D’Iva” ha dimostrato di aver conservato la voce molto meglio di altre sue coetanee. Tutti nomi decisamente interessanti – a eccezione forse di Rettore, da tempo lontana dalla discografia e qui in coppia con la misteriosa Ditonellapiaga – ma la domanda è: quanto ci crede veramente l’Amadeus che, da sue dichiarazioni, ha sempre guardato a canzoni che “il giorno dopo possano essere trasmesse su tutte le radio e cercate su Spotify“? Ha scelto i brani oppure ha semplicemente scelto di ruffianarsi il tipico target di Rai1?

Il grande colpo – insieme a Morandi – è sicuramente Elisa, che torna a 21 anni dalla vittoria con quella “Luce” (finora sua unica partecipazione) recentemente reincisa con il coautore Zucchero. Ritorno anche per Emma, che festeggerà proprio sul palco dell’Ariston i dieci anni dalla sua vittoria con l’impegnata “Non è l’inferno”, scritta da Kekko Silvestre. Grandissima curiosità anche per il sempre intenso Fabrizio Moro e per Le Vibrazioni che proveranno a salire sul podio solo sfiorato nel 2020 con “Dov’è”. Interessante anche Michele Bravi, con Amadeus che ha evidentemente riconosciuto l’errore di aver scartato nell’edizione scorsa la bellissima “Mantieni il bacio” e gli dà quindi un risarcimento.
Palle piene invece per Noemi e Irama, che sono un po’ i Matteo Renzi del Festival: qualsiasi cosa accada, sai che loro ritornano sempre. E stesso discorso si può fare per Achille Lauro, addirittura alla quarta partecipazione consecutiva, tre in gara e una da ospite: sembra il “Titanic” su Canale 5, te lo mostrano in loop forse sperando che, a furia di insistere, Rose riesce a trovare lo spazio sulla zattera a Jack. Invece è tutto sempre identico.

I più giovani sono quelli che invece rappresentano al meglio l’orientamento di Amadeus, con lo sguardo rivolto più alle classifiche che alle canzoni. Non c’è il coraggio della scommessa, arrivano tutti già da una grande rampa di lancio: i due finalisti dell’ultima edizione di “Amici” Sangiovanni e Aka7even (non ne bastava uno?), Rkomi che ha uno degli album più venduti dell’anno, Ana Mena che esce dal letargo in cui si rinchiudeva finita l’estate, e la coppia Mahmood-Blanco fortemente candidata alla vittoria non solo di Sanremo, ma anche del Guinness dei Primati per il maggior numero di gorgheggi in una sola canzone.
Anche la più sconosciuta Hu, in coppia con Highsnob, è già inserita in ben quattro playlist editoriali su Spotify.

L’intento si riassume quindi nelle dichiarazioni di Enzo Mazza – presidente di FIMI – appena dopo l’ufficializzazione del cast: “17 degli artisti in gara a Sanremo 2022 hanno ricevuto uno o più award di platino nella loro carriera dal 2010 in avanti. Complessivamente sono 280 i dischi di platino accumulati dal cast dei big del prossimo Festival. Inoltre, non credo di aver mai visto un cast con tre artisti che sono stati primi in classifica e subito in gara. Un altro record“.
Non è più il Festival della “canzone” quindi, è diventato il Festival di chi ha più certificazioni o playlist Spotify. Una logica che ben rappresenta questi tempi di “Se non ti vedo, non esisti”, citando Levante. Encefalogramma piatto dal punto di vista della curiosità, del guardare oltre a ciò che viene proposto e riproposto. Ed è grave che arrivi da un direttore artistico che dovrebbe avere invece sensibilità anche verso i meno in vista.

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