Sanremo 2023, dieci buoni motivi per votare i Modà e provare a spingerli verso la finalissima

Schierarsi apertamente a volte può essere scomodo. Conviene forse di più stare nel mezzo per non essere accusati di essere troppo di parte. Infomusica, invece, odia chi non si schiera e quindi, ogni anno, in occasione del Festival di Sanremo sposa un progetto in particolare e quest’anno abbiamo deciso di farlo con i Modà. Partiti con una posizione veramente troppo penalizzante decisa dalla Giuria della Sala Stampa (ventunesimi), ieri, grazie al televoto e alla demoscopica, sono saliti al tredicesimo posto (dopo Mr. Rain, sono quelli che hanno guadagnato più posizioni insieme a Ultimo), che è però ancora poco per quello che meriterebbe una canzone come “Lasciami“. Ma tutto è ancora aperto e quindi oggi vi indichiamo i motivi per cui dovreste premiarli con il televoto, provando a spingerli, quasi miracolosamente, verso la finalissima a cinque.

1. CANZONE UNIVERSALE
Partiamo dalla base, ovviamente la canzone. “Lasciami” è una gran bella canzone, matura, sincera, autentica. Tratta un tema molto personale, la depressione, ma senza essere autoreferenziale. Il “veleno” di cui parla Kekko Silvestre sono gli psicofarmaci che lui è costretto a prendere, perché all’inizio li vedeva così, ma possono essere qualsiasi altra medicina. Lui canta “lasciami” alla sua depressione, ma chiunque lo può cantare durante un periodo buio che sta attraversando, o a qualcosa che gli ha fatto del male, o anche alla fine di una storia d’amore. È un testo che si presta a più chiavi di lettura, e quindi universale.

2. ESIBIZIONI SEMPRE IMPECCABILI
E conseguenza di questo sono anche le esibizioni proposte in questi giorni. Un Kekko Silvestre in grande forma vocale, potente, sempre preciso, fa arrivare al pubblico ogni parola e vive il suo testo con un’interpretazione intensa e viscerale. E i musicisti che, come sempre, riescono a trovare un ottimo connubio tra la loro anima pop-rock e gli archi e violini che velano lo scorrere del brano. L’applauso partito dalla platea durante il primo ascolto, ancor prima della fine dell’esibizione, è lì a dimostrarlo.

3. MESSAGGIO
Spero che quello che sto facendo aiuti le altre persone che ne soffrono a parlare della loro depressione, perché se ti vergogni ti chiudi sempre di più. La condivisione è fondamentale e sento la responsabilità addosso perché portare questa malattia sul palco dell’Ariston mi auguro le faccia sentire meno sole“, ha raccontato Kekko in questi giorni. Non serve aggiungere altro.

4. RINASCITA
È per lui una rinascita a livello personale: solo un anno e mezzo fa non riusciva neanche ad alzarsi dal letto ed ora è qui ad affrontare la televisione, la cosa che gli mette più ansia in assoluto. Si rinasce partendo proprio dal coraggio di saper affrontare le proprie paure.

5. RIVINCITA
Ma per loro è un Sanremo che ha anche i crismi della rivincita a livello lavorativo. Negli ultimi sette anni i Modà sono spariti dalle radio, la loro musica è stata ostacolata in ogni modo possibile pur dimostrando di poter ancora ottenere degli ottimi risultati (il brano “Quel sorriso in volto“, uscito nel 2019, ha superato i 25 milioni di streaming su Spotify, cifra ragguardevole per un brano che va in tutt’altra direzione rispetto a ciò che più funziona sulle piattaforme streaming). L’Ariston significa per loro dimostrare di essere ancora vivissimi nonostante tutto.

6. RISPETTO PER LA STORIA
La loro partecipazione a Sanremo è stata accolta sui social, specie sul sempre troppo inacidito Twitter, con qualche risolino e una generale sottovalutazione. I Modà rimangono però l’unica band italiana della storia ad aver ottenuto un disco di diamante (con “Viva i romantici” nel 2011), che è anche l’ultimo della nostra discografia. Negli ultimi 12 anni nessuno è più riuscito a raggiungere lo stesso traguardo e no, la storia non si può cancellare. Va rispettata.

7. ZERO COMPROMESSI
Una storia ventennale che non ha mai ceduto a compromessi. Sapevano per primi loro che, portando al Festival le loro idee di sempre, sarebbero stati considerati “vecchi” da chi ascolta gli artisti della nuova generazione. Eppure loro non hanno ceduto, non hanno giocato ad essere ciò che non sono. Si sono presentati sul palco dell’Ariston a testa alta con la loro forte identità, giustamente fieri del percorso fatto finora.

8. MATRIMONIO ROCK CON LE VIBRAZIONI
E, in linea con questo discorso, stasera, nella serata dei duetti, hanno invitato chi, come loro, ha sempre avuto il coraggio di rimanere sè stesso. Suoneranno con Le Vibrazioni un brano diventato ormai un grande classico della musica italiana, “Vieni da me“, e sarà un’occasione quasi unica di vedere due band insieme sullo stesso palco, due eccellenze del pop-rock italiano. Sarà un’ode a quella musica suonata messa sempre più nelle retrovie.

9. RIBELLIONE CONTRO LA DISCOGRAFIA ATTUALE
E allora, se siete anche voi contro gli artisti che si omologano, contro i personaggi creati ad arte, contro le major che cercano i cantanti su TikTok, contro la musica vista come mero intrattenimento, stasera e domani provate insieme a noi a portare nella finalissima a cinque chi viaggia ogni giorno controvento.

10. RISPOSTA ALLA SALA STAMPA
Last but not least, i Modà sono tornati a Sanremo a dieci anni dall’ultima volta e hanno ritrovato la Sala Stampa esattamente come l’avevano lasciata: ostile, piena di pregiudizi nei loro confronti e troppo ferma al gusto personale. È la stessa giuria che, ai tempi, arrivò a dare addirittura 0 a “Se si potesse non morire” per paura che potessero vincere e che, anche quest’anno, non li ha giudicati come meritano. Chi ha un po’ di dimestichezza con la musica, ed è onesto nel giudizio, sa benissimo che “Lasciami” non vale un ventunesimo posto. Che non è inferiore a tante altre canzoni che sono state messe ai primi posti della classifica. Votarla in queste due sere significa ribellarsi a questo atteggiamento poco professionale che, negli anni, non ha colpito solo loro ma anche tanti altri artisti.

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