Sanremo 2020, dall’aria di festa che sentivo da bambino al pochissimo hype di oggi

Domani inizia Sanremo.
Sono cresciuto con il Festival e, quand’ero piccolo, l’accensione delle luci del Teatro Ariston erano per me sinonimo di festa.
Sono nato nel ’92 e la prima edizione di cui ho memoria è quella del ’99 vinta, tra i giovani, da Alex Britti, l’artista che per primo mi ha fatto avvicinare alla musica.
E, in generale, a quasi tutti gli artisti che scoprivo in quegli anni sono rimasto affezionato ancora oggi: Samuele Bersani, Gianluca Grignani, Elisa, i Tiromancino, Fabrizio Moro, Giorgia, Francesco Renga.

Era un Sanremo in cui non c’era De Filippi, non c’era Spotify, non c’era il numero che contava più dell’arte. Contava solo la musica. Potevi anche chiamarti Sergio Cammariere e non avere nessuna grande potenza alle spalle: bastava presentare un gran bel pezzo per essere in gara. E arrivare anche sul podio.
Era un Sanremo che rappresentava il trionfo del cantautorato e delle grandi voci femminili: nel 2001 vinceva Elisa con “Luce” e arrivava seconda Giorgia con “Di sole e d’azzurro”. Due capolavori. Due grandi artiste.

Di quella magia oggi rimane ben poco.
L’esigenza di aprirsi alle nuove tendenze per garantirsi qualche punto di share in più e la brama di guadagni facili da parte delle etichette discografiche sta portando all’Ariston figure che di artistico hanno ben poco e prodotti che nascono già con la data di scadenza timbrata addosso. Cancellando così ciò che è la vera essenza del Festival: l’esaltazione della grande canzone italiana.

Domani inizia Sanremo e la mia attesa è minima, vicina allo zero. Quell’aria di festa che sentivo da bambino oggi è totalmente sparita.
D’altronde, chi è cresciuto vedendo su quel palco Bersani, Grignani, Elisa e Giorgia, come può avere interesse per una kermesse che ora è fiera di sostituire quei nomi con Riki, Junior Cally, Elodie e Elettra Lamborghini?

P.S.: Vi dò comunque appuntamento su queste pagine mercoledì e giovedì alle ore 12.30 per le pagelle delle prime due serate.

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