Come la FIMI cerca di cancellare il pop: gli esempi Modà, Bertè, Tiromancino

La FIMI vuole cancellare il pop, ormai è chiaro. E cerca di farlo in una maniera subdola, raccontandoci settimanalmente che oggi si ascolta solo rap, trap e urban, e che la maggior parte dei lavori degli artisti più tradizionali sono destinati a sparire nel giro di pochi giorni. Lo fa costruendo una classifica che ormai poco ha della classifica, perché non fotografa i gusti del pubblico medio ma guarda a un unico, ristretto, target: quello dei ragazzini. Viene spacciata per classifica degli album quella che è in realtà una classifica di pollicioni pronti a smanettare tutto il giorno sullo smartphone.

Siamo arrivati a questa conclusione confrontando la classifica FIMI attuale, che considera quindi le vendite da venerdì 12 a giovedì 18 novembre, con quelle – aggiornate a ieri e che vedono quindi in esame lo stesso periodo – delle tre maggiori catene che si occupano della vendita di supporti fisici in Italia, IBS, Feltrinelli e Mondadori. Guardiamo alle posizioni di cinque artisti, tre dalla scena pop (Modà, Loredana Bertè e Tiromancino), e due da quella hip-hop (Rocco Hunt e Madman).

Come potete vedere, IBS (la più grande libreria online italiana) vede i Modà – che hanno pubblicato il loro lavoro venerdì scorso – al secondo posto, Loredana Bertè (uscita due settimane fa) all’ottavo, e i Tiromancino (da più di un mese in classifica) al trentunesimo. Rocco Hunt, lanciato sul mercato insieme all’interprete di “Non sono una signora”, è solo centesimo; Madman, uscito lo stesso giorno della band capitanata da Kekko Silvestre, addirittura non pervenuto.

Migliora un po’, per la scena hip-hop, la situazione su Feltrinelli pur confermando risultati mediocri.

Rocco Hunt qui recupera molte posizioni ma rimane comunque fuori dai venti dischi più venduti, e Madman si affaccia timidamente alla #57; i Modà si confermano invece sul podio, con Loredana Bertè in Top20 e i Tiromancino ancora in Top30. Situazione che non si discosta molto da quella di Mondadori, con i Modà al quinto posto e le copie autografate (in pre-order al secondo) già esaurite, i rapper in crescita ma sempre staccati, e conferme di ottima resistenza da parte di Tiromancino e Bertè.

Guardando al mercato fisico si parlerebbe quindi di un ottimo stato di salute per la scena pop e di un mercato rap in palese sofferenza. Alt! Perché con un trucco degno neanche del miglior Houdini, all’uscita della classifica FIMI tutto si ribalta clamorosamente.

Magia: Madman secondo. Quel disco che abbiamo visto in grandissima difficoltà in due classifiche di vendita su tre, qui vola addirittura sul podio, dietro a Vasco. I Modà entrano solo al settimo posto con davanti Rocco Hunt, Loredana Bertè crolla dall’ottavo al 41esimo, e i Tiromancino in Top100 ci sono rimasti appena due settimane.

Chiariamo, nessuna truffa e nulla di illecito; Madman si è arrampicato fino al secondo posto grazie ai quasi 20 milioni di ascolti ottenuti su Spotify. Parliamo semplicemente di un meccanismo – quello di considerare ogni 1300 ascolti streaming come una copia venduta – totalmente sbilanciato: spinge totalmente verso un lato a sfavore dell’altro, perché le piattaforme streaming continuano a crescere mentre il mercato fisico cala sempre di più, e questo penalizza clamorosamente quei pochi artisti che i dischi li vendono ancora.

Un meccanismo profondamente ingiusto non solo però nei confronti degli artisti, ma anche dei consumatori. E qui parlo in prima persona; nell’ultimo mese ho acquistato quattro album, proprio Modà e Tiromancino più Ultimo e Vasco Rossi. Spesa totale di circa 65 euro. È evidente che io non sia uguale a chi ne spende dieci per ascoltare tutto, perché io premio il lavoro di un artista che, a mio parere, merita un riconoscimento. Lo distinguo in mezzo a tanti, non ascolto passivamente da una playlist. Questa classifica non può rappresentarmi.

Inoltre, il disco da me acquistato posso anche ascoltarlo mille volte ma varrà sempre e comunque come una sola copia venduta, mentre chi ascolta musica su Spotify contribuisce ogni giorno ad alzare gli ascolti, e quindi anche le vendite, dei propri beniamini. Situazione che droga palesemente il mercato, a cui si aggiunge l’esistenza di servizi che vendono streaming falsi e di cui molti artisti fanno uso: a X-Factor, proprio la settimana scorsa, si sono scoperti illeciti da parte di alcuni concorrenti per far crescere gli ascolti dei loro inediti.

Problemi, questi, che contribuiscono a raccontarci qualcosa che non è reale, ma da cui sarebbe facile trovare anche la soluzione: pubblicare due classifiche disgiunte, una con gli album realmente più venduti, e un’altra con quelli più “consumati”. La FIMI invece risponde rilanciando sempre di più verso i generi amati dalla “new generation” e, da gennaio, alzerà le soglie del 50% per le certificazioni dei singoli: 50.000 copie serviranno per il disco d’oro, 100.000 per il platino. Risultato: nessun artista con tanti anni di carriera alle spalle riuscirà più a ottenere il minimo riconoscimento. Ed ecco quindi dimostrato l’intento: cancellare la tradizione e farci ascoltare solo rap.

Nick Tara

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