I Modà e i palazzetti sold-out del “Buona Fortuna Tour” senza radio: quando il pubblico va dove vanno le canzoni

Ultimamente, guardando con costanza il mercato discografico italiano, sembra di vivere lo stesso finale del “Joker” messo in scena nel 2019 da Joaquin Phoenix, dove non capisci se sia tutto reale o se gli eventi siano solo il frutto della mente malata del protagonista.
Produttori che assumono tiktokers per far diventare virali i brani dei loro cantanti, canzoni che diventano hit solo se spinte dagli ascolti passivi delle playlist di Spotify, case discografiche in visibilio vedendo le facce dei loro artisti a Time Square quando tutti sanno che, per ottenere lì un banner pubblicitario, basta pagare e non è quindi una conquista. Un quadro generale che si può riassumere con una sola frase: farsi i complimenti da soli dopo un atto di autoerotismo.

Il confine tra realtà e finzione si fa così sempre più sottile. C’è ancora qualcosa di vero o stiamo solo vivendo in un’infinita commedia? Il pubblico sceglie ancora qualcosa?
Per rispondere a queste domande dovete guardare dove vanno i “cani sciolti”, quelle persone che sanno ribellarsi ai voleri dall’alto e ascoltano tutt’altra musica rispetto a quella che viene imposta. È un “cane sciolto” chi, ad esempio, negli ultimi anni ha seguito i Modà nonostante un’industria che li vorrebbe dimenticati, superati, cancellati.
La storia recente della band milanese ormai la conoscete tutti, con, da una parte, il contratto che li legava a RTL 102.5 portato a scadenza naturale e, dall’altra, inspiegabili logiche editoriali che li hanno portati a non essere mai trasmessi dal resto del mondo radiofonico.

Oggi le nuove canzoni dell’unica band italiana ad aver ottenuto un disco di diamante non passano su nessun network e, sull’argomento, il frontman Francesco “Kekko” Silvestre, nel “Buona Fortuna Tour” che li ha tenuti impegnati per tutto il mese di maggio, si è riservato tre minuti per un discorso molto forte e sentito: “Lo so che la gente vorrebbe sentire sempre le canzoni più famose dei Modà – queste le sue parole – perché le nuove non le conosce. Purtroppo non è colpa nostra, se ci hanno tolto da ogni tipo di mezzo di comunicazione noi non ci possiamo fare niente. Però per tenere vivi i Modà dobbiamo continuare a scrivere canzoni. E quindi, anche se vi vogliono far credere che i Modà non esistono più, non ci credete. Sono minchiate. Noi le canzoni le scriviamo […] e continueremo a lottare per la nostra musica. E se avremo voi saremo sempre più forti“.

Un ringraziamento rivolto a quel pubblico che invece non li ha mai abbandonati e che, insieme a loro, è l’unico responsabile di un percorso rimasto importante nonostante la pressoché nulla visibilità ricevuta: disco di platino per l’album “Testa o croce”, debutto ai primi posti delle classifiche di sola vendita per entrambi gli ep del progetto “Buona fortuna”, e ottime performance anche su Spotify, dove hanno 850.000 ascoltatori mensili e una canzone come “Quel sorriso in volto” ottiene tuttora 30.000 ascolti al giorno (cifra incredibile per un brano anni luce lontano dai generi più in voga sulla piattaforma svedese, e per giunta a quasi tre anni dalla pubblicazione).

E non è che una conseguenza di questi risultati il successo dei loro concerti, con i sold-out di Milano, Verona, Catania (doppio), Bari e Roma del “Buona Fortuna Tour”, che si aggiungono a quelli di Bologna, Brescia, Torino, Firenze e, ancora, Milano e Roma del “Testa o Croce Tour”, prima dell’interruzione causa pandemia. Un totale di 14 palazzetti (più l’Arena di Verona) con, contati velocemente, circa 150.000 biglietti venduti.
Numeri tutt’altro che scontati se pensate che, ad esempio, Elodie, per la quasi unanimità la cantante numero uno oggi in Italia, dal 2018 prima in tutte le classifiche radiofoniche, con un’imponente macchina alle spalle che le garantisce importanti spot pubblicitari, farà il suo primo concerto a pagamento in un club solo il prossimo giugno, peraltro in una location come il Circolo Magnolia di Milano con una capienza di sole 1500 persone.

Il Joker di cui vi abbiamo parlato all’inizio, per gran parte del pubblico e della critica, gli omicidi li ha compiuti solo nella sua testa ed è quello che fa oggi anche il mercato musicale, dando per morti cantanti che invece sono vivissimi, e considerando vivo chi invece non lo è affatto ed è solo il frutto della mente del discografico di turno.
Si crea così tutta una fabbrica di illusioni e di inganni, in cui abbiamo un solo mezzo per districarci tra successi reali e successi indotti: i concerti, l’unico luogo in cui oggi la gente decide e non subisce, va dove vanno le canzoni, sceglie la musica e nient’altro. Non ci sono maschere, non c’è finzione, non ci sono commedie.
È proprio con i concerti che i Modà stanno dando tante risposte, con buona pace di chi per anni ha attribuito il loro successo unicamente alle radio, e di penne più conosciute della nostra che, con pochissima eleganza, pronosticavano per loro la stessa fine “del cavallo che affoga dal sedere” dopo la chiusura del rapporto con RTL 102.5.
Buonanotte a tutti quelli come me che per ucciderli del tutto ci vuole molto più veleno“: la risposta in fondo era già tutta lì, nella canzone che dal 2011 chiude i loro live.

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