INFOMUSICA BEST OF 2021: le 30 migliori canzoni dell’anno (parte 2 di 3)

(Prima parte qui)

GAZZELLE – UN PO’ COME NOI

Tipica proposta alla Gazzelle. Lui sa giocare con la malinconia e riesce a raccontare con la semplicità sentimenti che a tutti è capitato di vivere. Questo è uno dei suoi pezzi più riusciti. Coinvolgente.

GIO EVAN – ARNICA

A metà tra musicista e poeta, utilizza la metafora dell’arnica – fiore che si spezza e ricresce – per raccontare il ciclo della vita tra cadute, risalite e soddisfazioni. Il testo è indiscutibilmente bello e la canzone la più sottovalutata dell’ultima edizione del Festival di Sanremo. Poesia.

MANESKIN – CORALINE

Sembrerebbe controcorrente non inserire in questa playlist “Zitti e buoni”, brano uscito vincitore da Sanremo e Eurovision e con cui hanno girato il mondo. Questa “Coraline” racconta però, per chi ancora li critica, che non sono solo rock commerciale ma sanno guardare anche a quello indipendente italiano di gruppi come CSI e Marlene Kuntz, tra attitudine noise che incontra il gusto melodico italiano e un testo cupo che vede la protagonista vittima di abusi sessuali da parte del padre. Cruda.

MANNARINO – CANTARÈ

Profonda ricerca sonora, contaminazioni tra cantautorato italiano, sonorità etniche e ritmi ispanici, e un testo che è inno alla voce: cantare per non morire, cantare per non impazzire, cantare per abbattere muri. Impegnata.

MARCO MENGONI – CAMBIA UN UOMO

Brano con cui Marco ha liberato la voce e liberato anche la musica dagli schemi attuali in cui è stata imprigionata. Si va sul soul, sfociando addirittura nel gospel: sonorità che, negli ultimi tempi, si sono sentite molto raramente. Coraggiosa.

MICHELE BRAVI – MANTIENI IL BACIO

Interpretazione sofferta, intensa, vera, che canta l’amore ricevuto, capace di salvare Michele e ricondurlo alla realtà in un momento difficile della sua vita. È il brano con cui provò a partecipare a Sanremo 2019 e viene veramente difficile pensare che Amadeus gli abbia preferito Riki, Elettra Lamborghini e Junior Cally. Struggente.

MINACELENTANO – NIENTE È ANDATO PERSO

Se a 81 e 83 anni pubblichi la canzone più immediata e martellante dell’anno, c’è veramente poco altro da aggiungere. Eterni.

MOBRICI & BRUNORI SAS – POVERO CUORE

Una conversazione tra amici, con Mobrici a cantare di un cuore che non riesce più ad amare e che ha bisogno di un incoraggiamento, e Brunori ad assumere un ruolo da fratello maggiore nel dargli la spinta necessaria. Canzone che sa, orgogliosamente, di cantautorato del passato. Profonda.

MODÀ – BUONA FORTUNA BUONA VITA BUONA LUNA

Title-track dell’ultimo album della “band di diamante”, in cui Kekko Silvestre racconta sé stesso al femminile: le “collane fabbricate con le stelle” sono tutte le sue canzoni, perché ha sempre scritto di notte; queste “stelle” vengono poi raccolte come “conchiglie” e tenute vicine “così d’avere sempre un po’ di luce intorno”, perché la luce delle canzoni è la cosa che l’ha sempre tenuto vivo.
Come descrivere il mestiere del cantautore con grandissima poesia e originalità. Sublime.

NOEMI – GLICINE

La canzone della rinascita di Noemi. Una Noemi nuova nell’utilizzare quel falsetto mai provato prima in carriera, ma che si ricorda anche del suo passato: perché negli ultimi anni si era un po’ persa rincorrendo strade modaiole, con questo brano si è invece finalmente ricordata di essere una grande interprete. Trascinante.

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