Sanremo 2023, un cast di colpi, grandi ritorni e qualche nome evitabile

È un cast di colpi e grandi ritorni quello dei 22 big (a cui si aggiungeranno i vincitori di “Sanremo Giovani”, addirittura sei) scelti da Amadeus per l’edizione 2023 del Festival di Sanremo. Con alcuni nomi al solito evitabili, ma almeno 7-8 che, da soli, valgono già il prezzo del biglietto.

C’è il più grande successo degli ultimi anni, Ultimo, che torna in riviera dopo il secondo posto del 2019 con “I tuoi particolari” e dopo un’estate in cui è stato eletto come “il principe degli stadi”. Ci sono i Modà, unica band italiana ad aver vinto un disco di diamante, e Marco Mengoni, l’artista forse più influente tra quelli usciti dai talent. Sono ritorni di un certo spessore anche quelli di due interpreti come Giorgia e Anna Oxa, rimaste entrambe per un po’ di tempo lontane dalle scene, e quello di un cantautore con alle spalle una serie infinita di hits come Gianluca Grignani, che cerca la sua rinascita al Festival dopo alcuni anni di difficoltà. Rappresentano invece un ottimo revival degli anni ’90-2000 le reunion degli Articolo 31, precursori dell’hip-hop italiano, e di Paola e Chiara.

Tra i più giovani meritavano sicuramente un’occasione Leo Gassmann, cantautore di buone prospettive rimasto però un po’ defilato dopo la vittoria nelle nuove proposte del 2020, il rap melodico di Mr.Rain, e le voci preferite dalla generazione Z, Ariete e Mara Sattei. Praticamente doverosa poi la presenza di Tananai che, dopo l’ultimo posto dell’anno scorso, si è fatto artefica di un exploit raramente visto in precedenza. Centrati anche i ritorni della coppia Colapesce Dimartino, dei Coma Cose e di Levante, artisti lanciati tutti proprio da Amadeus e con ottimi risultati.

Ci sembrano, ad oggi, invece evitabili le presenze di LDA (in quota reduci dai talent si poteva pescare decisamente meglio), di Lazza (imbarazzante la sua recente performance a X-Factor nonostante l’abuso di autotune), del mistero Rosa Chemical, e delle prezzemoline Elodie e Madame. Stupisce infine, in quota over, la scelta ricaduta sui Cugini di Campagna, da troppo tempo lontani dalla discografia.

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